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CAMPUS CALABRIA, LUGLIO 2019

Chiara, coordinatrice dei campus, ed Edoardo, volontario della Fondazione, sono in Calabria con un gruppo di giovani volontari presso la Comunità per minori Pathos di GOEL – Gruppo Cooperativo.

Ecco i racconti e le foto:

29 Luglio

“È difficile descrivere questa giornata. Difficile parlare di emozioni. Per capire quello che abbiamo provato avreste dovuto sentire. Sentire il rimbombante silenzio mentre oggi pomeriggio davamo l’arrivederci ai bambini.
Sentire i sussurri non udibili ma immaginabili delle raccomandazioni, dei  consigli, dei “ti voglio bene” che ognuno di noi ha sussurrato alle orecchie dei nostri piccoli.
Per capire quello che abbiamo provato avreste dovuto sentire come gli abbracci umidi di lacrime si sono aperti alle risate e alle canzoni urlate al cielo durante la festa di questa sera, quando abbiamo salutato i ragazzi di Pathos e dello SPRAR. Avreste dovuto sentire tutto questo. Avreste dovuto vedere tutto questo. Perché io non so bene come raccontarlo.
Spero che in ognuno dei partecipanti di questo Campus si sia piantato un seme, anche seppur per alcuni magari piccolino, di nuova e importante consapevolezza.
Questo il messaggio di saluto di una una delle giovanissime ragazzine accolte presso Pathos:
“Vi ringrazio tantissimo perché in soli 14 giorni siete riusciti a tirarmi un botto su e vi assicuro che dato il periodo che sto attraversando non è facile.
Con voi ho riso, ho scherzato come se fossimo amici di vecchia data e con alcuni mi sono persino sfogata.. Vi ringrazio per i consigli, il tempo trascorso insieme, i tuffi di Edoardo, la musica a palla mentre ballavamo come cretini. Vi ringrazio tutti, dal primo all’ultimo per la fantastica esperienza che mi avete fatto passare e ve lo dico sinceramente, se durante il 17 luglio 2019 mi avessero detto “ti affezionerai e piangerai quando ti dovrai separare da loro” non ci avrei mai creduto. Mi avete regalato molte belle emozioni e non vedo l’ora di rivedervi tutti a dicembre. Non so che altro dire, se non grazie, perché in poco mi avete regalato tanto.”

28 Luglio

“Stamani saremmo dovuti andare in barca, o meglio un battello con fondale trasparente per far vedere ai bimbi i pesci e la flora marina…ma una serie di sfortune hanno modificato il nostro programma!

Alle 8.30 eravamo già in macchina diretti a Capo Rizzuto e … ore 10 ci hanno chiamato avvisandoci che il mare era troppo mosso perciò il battello non sarebbe partito. 
Abbiamo deciso di cambiare programma e andare in un posto di mare vicino, molto bello … ma era tutto pieno! Quindi abbiamo ricambiato programma, girato nuovamente la macchina per andare a Soverato e…uno dei 5 mezzi che ci stavano accompagnando ha bucato una ruota…! Una giornata interessante! Alla fine, fortunatamente, siamo finalmente arrivati a destinazione e le varie disavventure sono state ripagate da un mare caraibico nel quale i bimbi si sono tuffati praticamente ancora vestiti! “

27 Luglio

“Ieri abbiamo avuto modo di trascorrere una bella giornata presso la Comunità Luigi Monti di Polistena, diretta da Fratel Stefano Caria, presidente di I.D.E.A. cooperativa sociale del Gruppo Cooperativo GOEL.

All’interno della struttura vivono 30 ragazzi dai 14 ai 21 anni, accolti in comunità perché allontanati dalle famiglie, e tre ragazzi che scontano lì la pena detentiva in alternativa al carcere. 
La comunità funziona perfettamente. Per molti aspetti mi ha ricordato le Case NPH in America Latina: i  ragazzi si vogliono molto bene tra loro, si supportano. Ci sono profondi valori sulla quali viene scandita la giornata. Giornate durante le quali i ragazzi aiutano al buon mantenimento della casa, lavorano, vanno a scuola, seguono stage formativi.”

 

26 Luglio

“Stamattina ci siamo alzati presto perché alle 8.30 era previsto l’incontro con Vincenzo Linarello, presidente di GOEL – Gruppo Cooperativo al al quale l’anno scorso è stato conferito il premio Ambrosoli. 

Vincenzo ha raccontato ai volontari del campus lo spirito dal quale è nato Goel, ovvero la lotta all’Ndrangheta combattuta con le armi del lavoro legale e dell’etica. Ha poi raccontato la struttura della criminalità organizzata calabrese e le sue tecniche di controllo sociale.

 

Successivamente ci siamo divisi in due gruppi!  Simone, Ludovica, Aldo, Sofia, Camilla F. e Tommaso sono andati alla Comunità Pathos, insieme a Chiara, e hanno finito di tinteggiare l’ultima parete rimasta da sistemare.
Camilla T., Costantino, Lisa e Gianluca ed Edoardo hanno trascorso la mattinata alla casa famiglia ‘Arca della Salvezza’.
Il lavoro di oggi è stato fissare una targa portata dalla Fondazione Francesca Rava sullo scivolo costruito da noi volontari e finanziato dalla Fondazione stessa. 
L’ultimo pranzo con i bimbi dell’Arca è terminato con una riflessione dei ragazzi del Campus su queste ‘quasi’ due settimane trascorse. Molte delle riflessioni sono state toccanti e i bimbi hanno risposto ringraziando il loro ‘volontario/amico del cuore’. Tornati in ostello abbiamo cenato abbondantemente come al solito e ci siamo subito diretti a Gerace (città alta di Locri) e ci siamo goduti un’ottima granita!
È stata una serata davvero bella, il gruppo è in perfetta armonia e le risate non sono mancate!”

24 Luglio

“Stasera ci aspetta un’ottima cena ad Amal, ristorante appartenente al gruppo GOEL, insieme anche ai ragazzi di Pathos e gli educatori!

Oggi abbiamo lavorato duramente perché abbiamo davanti a noi solo due mattine per poter terminare tutti i lavori e ci teniamo a finire al meglio!

Come sempre le fatiche mattutine sono state ripagate dalla gioia di vedere poi, nel pomeriggio, i bimbi e i ragazzi accolti nelle Case passare ore in spiaggia a divertirsi!

 

Ieri sera, invece, abbiamo avuto modo di vivere un momento molto intenso. Abbiamo incontrato Abdoulayae, ragazzo senegalese in Italia da 9 anni, oggi mediatore linguistico nello SPRAR (sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) di Pathos. Abdoulayae ci ha raccontato la sua storia di migrante. Appena 14enne ha lasciato la sua casa per cercare un Paese che gli offrisse l’opportunità di lavorare per mantenere lui, la sua famiglia e dare un riscatto alla mamma e alle sorelle ingiustamente maltrattate dalle leggi del loro villaggio. 
Dopo quasi un anno in giro per l’Africa. tra deserto, sete, il rischio di essere ucciso da proiettili, Abdoulayae è riuscito a raggiungere la Libia, il suo obiettivo. Ha passato lì diversi mesi. Era felice, aveva un lavoro, amici nuovi. Guadagnava a sufficienza per aiutare i suoi cari. Ma, improvvisamente, è scoppiate la guerra. Dopo mesi e mesi in cui ha visto i suoi amici morire e infiniti giorni e notti insonni a causa degli spari, delle bombe, della paura, ore interminabili segregato in casa, Abdoulayae ha deciso di imbarcarsi per venire in Italia. Ha fatto un viaggio stipato nel sotto di una barca con centinaia di profughi. Quando è arrivato a Lampedusa, un cartello con scritto “welcome” e bandiere di ogni nazionalità hanno messo finalmente fine al suo calvario. 
 Ascoltare la sua testimonianza diretta è stato un momento di profonda consapevolezza per noi tutti.”

22 luglio

“Finalmente andiamo a letto! 
I ritmi sono intensissimi e difficilmente abbiamo momenti “morti”… ma il gruppo di volontari tiene duro e ancora non cede!
Oggi, dopo la ormai quotidiana mattinata passata a lavorare, abbiamo deciso di portare bambini e ragazzi delle Comunità al cinema, visto che anche questa attività, per noi assolutamente normale, risulta invece un’uscita “eccezionale” ed “inusuale” per chi vive in Case Famiglia.
Giorno dopo giorno cresce l’affetto e l’attaccamento soprattutto con i più piccoli.”

21 luglio

“E’ finita anche questa lunga e intensa giornata. Questa mattina sveglia presto per andare al parco avventura. Eravamo tantissimi: i bimbi dell’Arca della Salvezza, i ragazzi di Pathos e i giovanissimi migranti dello Sprar di Sant’Ilario.

Imbragati da testa a piedi, ognuno ha sfidato i propri limiti e paure (chi più è chi meno) lanciandosi nei vari percorsi tra gli alberi. 

Vedere i bimbi orgogliosi per aver finito il proprio percorso, sentirli chiedere “sono stato bravo? Hai visto che non ho avuto paura” ogni volta regala una piccola, grande emozione.
Dopo qualche scambio a calcio e dei simpatici giochi nel bosco, abbiamo premiato il coraggio di tutti con un ottimo gelato!”

20 luglio

“Eccoci alla fine di questa nuova lunga giornata passata anche oggi tra duri lavori manuali (Simone e Gianluca ne portano evidenti segni sulle mani piene di vesciche!), le coccole con i bambini (sempre da dover gestire perché quando sono insieme spesso sono una bomba ad orologeria pronta ad esplodere), tra il bianco e l’azzurro delle tempere sulle pareti di Pathos, sui visi e vestiti dei partecipanti al Campustra la stanchezza e il sole e i sorrisi.”

19 luglio

“Oggi, come sempre sveglia alle 8, colazione e, divisi in due gruppi, subito diretti nella Comunità Pathos e nella Casa famiglia Arca della Salvezza. 
 
Costantino, le due Camille, Aldo e Gianluca con Edoardo: direzione Pathos! Questo gruppo ha terminato di tinteggiare la camera di un ospite della casa di bianco e turchese (i colori della sua squadra del cuore, il Napoli). Dopodiché ha iniziato a tinteggiare una seconda stanza. Alle 13 pranzo più che abbondante con timballo di riso, salumi e caponata 😉
Ludovica, Sofia, Tommaso, Simone e Lisa con Chiara sono stati, invece, all’Arca della Salvezza e hanno continuato il lavoro iniziato dal gruppo del giorno prima: hanno finito di scavare buche, messo nuove altalene e gettato le basi per il lavoro del giorno dopo. Finito il duro lavoro, tra picconate, sole e bambini sempre alla ricerca di attenzione, i volontari sono andati a pranzo dove li ha raggiunti il piccolo C. un bimbo che Ludovica e Simone avevano già avuto il piacere di conoscere lo scorso anno e che oggi è venuto a salutare perché finalmente ha trovato una nuova famiglia.
Incontrarlo, percepire la sua palpabile felicità, il suo nuovo equilibrio è stato incredibilmente emozionante. Dopo aver finito di mangiare Geri, che gestisce la comunità con la moglie Annalisa, ha annunciato con commozione che i nuovi genitori affidatari di C. avevano firmato le carte per proseguire l’adozione del piccolo. Non si può descrivere a parole la toccante felicità di C. alla quale, purtroppo, si sono affiancati gli sguardi tristi, le lacrime silenziose, i pesanti silenzi degli altri bimbi. Questo li ha portati ad attaccarsi ai volontari e cercare il loro affetto senza volerli più lasciare. Vivere queste esperienze fa capire ogni volta di più che incredibile lavoro faccia NPH con le sue Case in America Centrale e Latina. Si percepisce come la scelta del fondatore Padre Wasson di rendere le case NPH delle vere famiglie e non solo dei “luoghi di passaggio”, come avviene qui in italia, doni sicurezza e stabilità e senso di protezione nei bambini.”

18 luglio

A breve andremo a cena a riacquistare le energie davanti ai succulenti manicaretti che la cuoca Daniela ci prepara.

Oggi, sempre divisi in due gruppi, abbiamo trascorso la mattinata a lavorare. Grazie alle donazioni ricevute dai genitori e ai fondi raccolti per il progetto di volontariato attivo “Noi non siamo indifferenti, noi facciamo la differenza “, queste due settimane ci vedranno impegnati a ridipingere e dare un tocco di” fresco “alle vecchie pareti della casa Pathos e sistemare/costruire il parchetto giochi per i bimbi dell’Arca della Salvezza

Edo, Costantino, le Camille e Aldo sono andati a picconare per iniziare a gettare le basi del parco giochi mentre Sofia, Gianluca, Ludo, Simo e Tommy hanno iniziato a dare le prime manate di bianco alla camera di una ragazza di 12 anni da poco arrivata in comunità e al bagno degli educatori.
Dopo pranzo e un velocissimo riposo ci siamo ritrovati tutti in spiaggia per condividere risate, giochi d acqua e chiacchiere sulla lunga spiaggia del litorale calabrese.
Ora andiamo che l’appetito chiama!”

17 luglio

“Finalmente abbiamo vissuto la prima intensa giornata di questo Campus in Calabria. Questa mattina ci siamo divisi in due gruppi: il primo composto da Costantino, Sofia, Ludo e Aldo accompagnati da Edoardo, volontario della Fondazione, è andato presso la Casa famiglia Arca della Salvezza, che ospita 10 bambini fino ai 12 anni; tutti gli altri, ovvero Simo, Tommy e le due Camille, son andati con Chiara, coordinatrice del gruppo, da Pathos, una Comunità che accoglie 6 ragazzi dai 12 ai 16 anni. Essendo oggi il primo giorno, abbiamo deciso di dedicare l’intera giornata alle conoscenze, per cui rimanderemo a domani il duro lavoro!

I giovani volontari che sono andati da Arca della Salvezza si sono ritrovati con un gruppo di bambini tanto dolci quanto problematici e alla ricerca di attenzioni. La maggior parte di loro sono “nuovi”. Un gruppo di 4 fratellini è appena stato portato lì dopo aver vissuto un nuovo abbandono (una coppia che li aveva avuti in affido ha deciso che non avrebbe voluto proseguire con l’adozione). Un altro bimbo è cresciuto in carcere con la mamma e questo l’ha reso molto forte e indipendente nonostante i 10 anni di età. Tutti hanno storie alle spalle difficili e questo li rende imprevedibili, vulnerabili ma pieni di ricerca di attenzioni.
Il gruppo è stato bravissimo con loro e al nostro arrivo al pomeriggio i bambini erano serenissimi.

Chi è stato a Pathos, invece, grazie a un mazzo di carte e simpatici versi di animali ha buttato subito giù il muro di imbarazzo iniziale!

Dopo il primo dei mille pasti “natalizi” calabresi ci siamo radunati tutti quanti all’Arca della Salvezza per un pomeriggio di giochi, risate e, si, nonostante il pochissimo tempo, di grande affetto”.