Rachele e Giulia, volontarie della Fondazione Francesca Rava, sono arrivate nella Casa NPH in Guatemala con un gruppo di giovani partecipanti al campus solidale. Ecco i racconti:
27 Luglio
“Il nostro ultimo giorno nella casa è dominato dalla pizza. Con un primo gruppo ci siamo recati in panetteria, dove abbiamo tagliato peperoni, prosciutto e cipolla; grattugiato chili e chili di formaggio e preparato le pagnotte di pasta da lasciar lievitare.
Dopo pranzo, l’altra metà del gruppo si è recata in panetteria, dove hanno steso la pasta della pizza nelle teglie e aggiunto pomodoro, formaggio e mix vari di quanto era stato tagliato nella corso della mattinata.
Chi non era impegnato in panetteria si è dedicato invece alla valigia, a risistemare un po’ la stanza e ha scrivere pensierini per i bambini.
Alle 17 siamo andati tutti in panetteria per aiutare a tagliare e distribuire la pizza. Il gruppo di americani che è qui con noi ha invece preso le bevande e il gelato per tutti. I tíos hanno invece preparato il falò.
Il tutto l’ha resa proprio una grande festa, una bellissima serata a coronamento di un bellissimo campus. Uno scenario che ha visto i primi saluti tra noi e i pequeños, accompagnati da qualche lacrima. Ma sono sempre lacrime belle, che testimoniano sentimenti intensi, che dimostrano che un pezzettino di cuore rimarrà qui con loro, in questa casa che ci ha accolto a braccia aperte, così come noi ci porteremo dentro il loro affetto e i loro meravigliosi sorrisi.”
26 Luglio
“Oggi non possiamo che iniziare a raccontare a partire dalla notte. Si, perché una delle nostre Martine compie 15 anni proprio il 26 luglio e, come già sapete, qui la quinceañera è una cosa seria.
Già ieri, allo scoccare della mezzanotte ora italiana, tutto il gruppo è corso da Martina per farle gli auguri.
Nel frattempo, varie persone organizzavano sorprese di nascosto. La prima, prevista allo scoccare della mezzanotte in Guatemala. Quindi come sempre molti sono andati a dormire abbastanza presto, tra cui Martina. Che è poi stata svegliata e mandata in bagno con una scusa. Al suo ritorno ha trovato tutto il gruppo in camera a cantarle gli auguri, con palloncini e un dolce improvvisato fatto di molte brioches sistemate a forma di cuore. Sono poi tornati tutti a dormire. Ma… alle quattro del mattino li aspettava la seconda sorpresa! Infatti, in Guatemala è tradizione svegliare all’improvviso la festeggiata con dei petardi e cantarle tanti auguri. Quindi una tia e alcune pequeñas si sono organizzate per comprare tutto il necessario e si sono svegliate prima delle quattro per venire dove dormiamo noi. Hanno posizionato i petardi fuori dalla porta e li hanno accesi svegliando di soprassalto tutti, che sul momento si sono spaventati salvo poi farsi una risata quando è partito il coro di auguri. Siamo quindi tornati tutti a dormire.
La mattina ci siamo dedicati per l’ultima volta al giardino sensoriale. Durante il pranzo, all’improvviso è partito un nuovo coro di compleanno, con tanto di acqua rovesciata in testa. Martina non ha fatto in tempo a rilassarsi, che ci sono fatti trovare tutti in salotto con una mega torta al cioccolato con tanto di candeline e un piccolo pensierino, il tutto accompagnato da altri canti di auguri.
Il pomeriggio abbiamo fatto un po’ di conversazione in spagnolo, poi siamo andati a giocare a beach volley.
Prima della cena c’è stato un momento di raccoglimento, dove sono stati fatti alcuni annunci in vista del weekend, la preghiera e… sono stati annunciati i quindici anni di Martina! Che quindi è stata invitata a posizionarsi al centro del cerchio formato da tutti noi, dopodiché le è stato cantato “feliz cumpleaños” per l’ennesima e ultima volta in Guatemala.
Dopo cena, che abbiamo fatto tutti insieme all’aperto, ognuno si è aggiunto alle attività che preferiva, per stare con i pequeños con cui hanno legato di più.”
25 Luglio
“Anche questa mattina è stata dedicata al giardino sensoriale. Pur essendo un lavoro duro, i ragazzi ci si dedicano con impegno, vedendolo progredire di giorno in giorno.
Dopo pranzo, abbiamo avuto un’oretta di tempo da dedicare a un po’ di shopping nel negozietto della cafetería, o semplicemente bevendo un caffè. Quello della cafetería é un progetto realizzato per creare uno spazio di condivisione, relax, studio o lavoro accogliente e caldo.
Abbiamo poi giocato per un’ora con i ragazzi nel campo, un po’ a calcio, un po’ a beach volley e altro ancora.
Dopo cena invece abbiamo colorato e giocato a palla con i bimbi più piccoli. Ormai i rapporti tra i ragazzi e i pequeños sono strettissimi e molto belli, e ogni momento è prezioso, sopratt
utto a mano a mano che ci avviciniamo al giorno della partenza.”
24 Luglio
“Oggi abbiamo dedicato la mattina, come molte altre mattine, al giardino sensoriale. Essendo un lavoro molto duro, comprende sempre una pausa, spesso trascorsa nella cafetería, spiluccando qualcosa o bevendo un caffè. Ci sono anche delle teche in cui sono esposti vari oggetti prodotti nei talleres, che sono in vendita e il cui ricavato va in parte alla casa N.P.H. come rimborso per il materiale e gli altri costi, ma in parte ai pequeños che li hanno prodotti.
Dopo pranzo invece ci siamo dedicati a due attività diverse: prima abbiamo giocato a pallavolo con i ragazzi, poi abbiamo fatto un’ora di lezione di zumba con i ragazzi con necessità particolari.
Alle 17 abbiamo preso il bus per andare nella casa delle ragazze che stanno frequentando il bachillerato, ossia gli ultimi anni di liceo, durante i quali si sceglie un indirizzo più specifico. Vivono in una casa a parte proprio perché la scuola non è interna alla casa e anzi di solito si trovano in centri abitati di medie dimensioni. Inoltre, le ragazze iniziano ad essere un pochino meno controllate, iniziando un percorso che le porterà alla piena autonomia.
La casa è molto bella, in una zona residenziale, con il giardino. Ci hanno raggiunto anche i ragazzi che frequentano il bachillerato, che vivono in un’altra casa poco distante. Abbiamo passato qualche ora tutti insieme giocando a calcio, chiacchierando, imparando passi di danza è molto altro. Una bellissima serata! Abbiamo mangiato pasta e provato una bevanda tipica, che si produce facendo bollire dell’acqua con zucchero, frutta e noce moscata e si serve calda.
Abbiamo quindi ripreso il bus, accompagnato i ragazzi a casa e siamo rientrati. L’autista ha trovato una stazione radio che dava tutte canzoni in ingle
se, abbiamo quindi concluso la giornata lanciandoci in canti appassionati.”
23 Luglio
Abbiamo quindi fatto un giro del paese, passando per il mercato e le giostre per arrivare ad una chiesa molto bella in cima a un colle.
Infine, abbiamo lasciato due ore libere ai ragazzi per gironzolare tra negozi e bancarelle e comprare qualche pensierino. Dopodiché abbiamo ripreso il traghetto e il bus ci ha riportati a casa.
Siamo arrivati verso le 19, quando i bambini avevano ormai cenato. Abbiamo quindi mangiato tra noi, e adesso stiamo tutti andando a dormire, stanchi ma felici dopo questa bellissima giornata di sole al lago con i pequeños.”
22 Luglio
“Oggi abbiamo ripreso a lavorare al giardino sensoriale per un paio d’ore. Ci siamo poi riuniti per una lezione in spagnolo sul Guatemala, tenuta dall’insegnante di storia. Ha spaziato dalla geografia alla storia, passando per gastronomia, idiomi, cultura Maya e politica, è stato molto interessante!
Dopo pranzo, abbiamo avuto un secondo incontro con alcuni hermanos mayores e con una volontaria di un anno appena arrivata, è stato molto intenso ed emozionante conoscere le loro storie. In particolare, la volontaria é una ragazza originaria del Guatemala, adottata da una coppia degli USA quando aveva appena cinque mesi. Nel tempo ha iniziato a interrogarsi sulle sue origini, e a visitare il Guatemala; finché non ha deciso di entrare in contatto in modo più profondo, sentendosi molto grata di essere stata adottata, ma anche con tanta voglia di restituire. Finito questo momento, i pequeños erano impegnati in altre attività, quindi ci siamo riposati un po’, godendoci la compagnia reciproca.
Per cena c’erano riso, fagioli e tortillas. Ci è stato spiegato che questo piatto è tipico e si chiama “casamiento”, ossia “matrimonio”. Infatti è tradizione, quando una coppia si sposa, collocare nella casa dei novelli sposi una pignatta di carta con dentro riso, fagioli e mais. Tutto ciò che serve a una famiglia. È bello ricordarsene di tanto in tanto, e loro hanno un piatto apposta.
Dopo cena, i pequeños erano ancora impegnati. Ne abbiamo quindi approfittato per ritirarci presto, anche in vista dell’uscita di domani.”
21 Luglio
“Oggi ci siamo recati, insieme a tutti i bambini della casa N.P.H. nella chiesa di Parramos per la messa. È stata una bellissima occasione di entrare in contatto con la cultura locale. Per esempio, molte donne erano vestite in abiti tipici, tutti colorati con ricami di piante e animali, e sul capo portavano o un velo di pizzo bianco, oppure una stoffa colorata ripiegata più volte, una tradizione che ancora persiste nei piccoli paesi. Abbiamo anche avuto la possibilità di vedere la benedizione del prete a una ragazza quinceañera, ossia che festeggia i 15 anni. Infatti in Guatemala, come in molti paesi in cui N.P.H. è presente, si usa festeggiare le ragazze quando raggiungono i 15 anni di età, che è visto come un momento che segna il passaggio da bambina a signorina.
Una volta usciti, abbiamo fatto un giro al mercato e poi siamo tornati a casa. Il pomeriggio ci siamo divisi: la maggior parte dei ragazzi è andata a Parramos, per fare il tifo per la squadra N.P.H. nel torneo locale, dove hanno dato tutti se stessi nel tifo – con ottimi risultati, abbiamo vinto 2-1. In cinque sono invece rimasti a casa con Giulia, dove hanno conosciuto il gruppo di americani appena arrivati e hanno visto un film con i bambini.
Dopo aver cenato tutti insieme nel comedor, i ragazzi hanno subito approfittato della presenza degli americani per sfidarli a calcio, in una partita italiani & guatemaltechi VS americani, anche questa vinta dai nostri.”
20 Luglio
Essendo oggi sabato, i ragazzi della casa il pomeriggio sono liberi di dedicarsi alle attività che preferiscono, e così abbiamo fatto noi. Chi è andato a giocare a calcio, chi a pallavolo, chi si è dedicato a decorazioni e disegni e molto altro ancora.
È bellissimo vedere i meravigliosi rapporti che si sono creati tra i ragazzi e i pequeños. L’affetto, la voglia di stare insieme, la conoscenza reciproca, l’emozione palpabile dei sentimenti forti.
Dopo cena, siamo tornati dalle ragazze, una delle quali di ritorno da un torneo di judo dove ha conquistato il secondo posto. Anche qui ci siamo dedicati a varie attività, dal ballo alle acconciature passano per puzzle, Forza 4 e molto altro.”
19 Luglio
“Oggi abbiamo avuto un’altra giornata di lavoro intenso nella casa. Pronti alle 8.30, ci siamo recati al jardin sensorial, dove il responsabile dei lavori ha voluto due gruppi: alcuni hanno zappato e rivoltato la terra, altri hanno smantellato un’area che entrerà a far parte del progetto del giardino. La mattinata è passata così, con qualche meritata pausa perché é un lavoro molto impegnativo.
Abbiamo pranzato in giardino con tutti i ragazzi, per poi spostarci nel campo da calcio, dove abbiamo passato il pomeriggio a giocare con i bambini.
Dopo cena, ci siamo spostati nel campo da basket, munito di fari per l’illuminazione, dove si é tenuto un torneo tra squadre del Guatemala e la nostra di Italiani. Siamo arrivati in finale, ma all’ultimo hanno vinto gli altri. Ma i ragazzi sono già pronti per la rivincita domani! Adesso hanno fatto uno spuntino serale e a breve saranno tutti a letto, perché oggi hanno dato veramente tutto, senza risparmiarsi mai.”
18 Luglio
“Oggi abbiamo fatto colazione un po’ più con calma, in vista dell’uscita ad Antigua.
Queste giornate sono molto importanti per vari motivi. In primo luogo, permettono a padrini e figliocci di passare insieme una intera giornata speciale. Grazie alle donazioni che avete fatto, abbiamo potuto portante con noi 12 ragazzi universitari, molti dei quali non avevano mai fatto il giro turistico di oggi. Erano felicissimi ed è stato bellissimo passare la giornata insieme a loro. È anche un modo per permettere al gruppo di conoscersi meglio e di iniziare a farsi un’idea più precisa del paese in cui ci troviamo. Questo aspetto è molto importante in quanto le case N.P.H. sono profondamente legate al territorio e al paese in cui si trovano, nonostante si distinguano soprattutto per i valori su cui Padre Wasson le ha fondate.
Una guida ci ha accompagnato alla scoperta di Antigua, a visitare chiese, hotel e rovine e raccontandoci la storia della città. Una volta terminato, era ormai ora di pranzo. Siamo quindi andati tutti e 40 a pranzo in un ristorante molto noto in zona, da cui siamo usciti satolli. Dopo, abbiamo lasciato i ragazzi liberi di gironzolare tra bancarelle e negozietti, di prendere un caffè o mangiare un gelato. Alle 16.30 ci siamo ritrovati per tornare a casa, dove abbiamo raggiunto le ragazze per passare un po’ di tempo con loro, come ieri sera.”
17 Luglio
“Oggi abbiamo iniziato la giornata facendo colazione tutti insieme, nella casetta riservata a noi.
Ci siamo quindi diretti nell’area in cui sorgerà il giardino sensoriale, il progetto speciale per cui avete donato fondi e alla cui realizzazione ci dedicheremo nel corso di queste settimane. Domani verrà l’architetto a strutturare bene i lavori, quindi oggi è stato un lavoro per lo più preparatorio.
Dopo pranzo, ci siamo riposati un attimo e poi ci siamo riuniti nella cafetería, dove ci hanno illustrato il progetto del giardino sensoriale nel dettaglio, spiegandoci che nella provincia di Chimaltenango è uno dei primi, se non il primo, spazio pensato per essere accessibile a tutti coloro che ne vogliano godere. Dunque anche ai disabili e a persone con necessità particolari. Uno spazio rivoluzionario, che sarà messo a disposizione di studenti, visitatori e dei bambini accolti nella casa. La speranza è che possa aiutare le comunità circostanti a ripensare gli spazi comuni, andando in una direzione più inclusiva, come è sempre stato nella filosofia e nei valori di N.P.H. e del suo fondatore, Padre Wasson.
Ci siamo quindi spostati nella zona degli uffici, dove ci siamo raccolti in una stanza con tre hermanos mayores, termine con cui ci si riferisce a ragazzi cresciuti all’interno delle case N.P.H., ormai grandi. Si tratta di un momento molto importante, che serve a ricordarci che per quanto possano apparire sereni, estroversi e sorridenti, ognuno dei bambini e ragazzi accolti nelle case N.P.H. ha alle spalle una storia di dolore. Ma questi ragazzi sono anche una dimostrazione di grande forza e determinazione, di chi ha capito che possiamo sempre scegliere se guardare agli aspetti più negativi e sentirci vittime, o decidere di agire e trarre il meglio dalle possibilità che ci sono date. Di più, crearne di nuove. Per esempio, uno dei ragazzi con cui abbiamo parlato oggi ci ha raccontato che a settembre partirà per Seattle per prendere parte a un programma di leadership di 10 mesi, riservato a circa 5 ragazzi ogni anno, selezionati tra tutte le case N.P.H. come i più meritevoli. Ma emblematica è la storia di Wilmer, che oggi ci ha toccato profondamente e che potete leggere nell’articolo al seguente link: https://www.notimerica.com/
Ci siamo quindi riposati un po’, per poi recarci a cena e da lì nella casa delle ragazze, dove abbiamo passato la serata tra balli, perline e giochi di società.”
16 Luglio
“Oggi la giornata è iniziata con una buona colazione nella cafetería, un bellissimo spazio costruito dentro i terreni N.P.H., nella zona dei laboratori professionali. Qui ci hanno offerto caffè, succo e pancakes fatti da loro. Il Direttore della casa è venuto a presentarsi, ci ha illustrato tutti i progetti che N.P.H. ha in Guatemala e ci ha ringraziati per aver scelto di passare due settimane qui con i bambini e al servizio dei bambini.
In particolare, in Guatemala c’è la casa in cui ci troviamo noi, che accoglie circa 70 bambini h24; ha un asilo in cui si prendono cura di una ventina di bambini, figli di madri single della comunità di Parramos; circa 200 ragazzi e ragazze vengono qui a studiare dalle zone circostanti, molti in particolare vengono a frequentare i laboratori professionali, di ottima qualità. Infine, seguono tanti ragazzi che fanno parte del programma “one family”. Scopo di questo programma è permettere ai ragazzi, ove possibile, di dormire e stare con le famiglie biologiche, mantenendo al tempo stesso il sostegno, i valori e la possibilità di continuare a istruirsi grazie alla vicinanza e al supporto della famiglia N.P.H.
Dopo colazione abbiamo visitato la casa, passando dalla clinica, l’asilo, i vari laboratori professionali (panetteria, falegnameria, tessitura e saldatura), la mensa, la casa dei ragazzi con necessità particolari e gli spazi comuni.
La clinica è un posto fondamentale, il primo da cui passano i bambini quando arrivano qui, dove gli viene fatto un check-up completo per cercare di prendere più informazioni possibili sulla loro situazione clinica ma anche sulla loro vita, dal tipo di alimentazione che hanno avuto all’evidenza di possibili abusi o maltrattamenti. L’asilo è una novità in un paese dove tradizionalmente è ancora la mamma a occuparsi dei bambini piccoli, e se lei non può si tratta di una nonna o di un vicino, situazioni che possono esporre i bambini a vari rischi. I laboratori permettono a tutti i ragazzi cresciuti nelle case N.P.H. di avere già in mano un diploma professionalizzante, a prescindere dal fatto che scelgano di proseguire gli studi o meno. È una scelta di tutela e protezione dei ragazzi, che saranno sempre capaci di fare lavori per cui c’è grande richiesta.
Abbiamo quindi passato un po’ di tempo con i bimbi all’asilo e con gli studenti provenienti dalle comunità circostanti.
Dopo pranzo, Giulia e tutti i ragazzi sono andati a giocare con i bimbi residenti qui nella casa.
Alle 17.30 c’è stato un momento di ritrovo nel prato, dove è stata fatta una riflessione sulla prudenza e poi abbiamo detto una preghiera. Siamo quindi andati a cena con tutti i bambini, così come a pranzo (i pranzi e le cene si fanno sempre nel comedor tutti insieme).
Adesso qui è già buio pesto da almeno un’ora e siamo già pronti per andare a dormire, forse anche a causa di un po’ di fuso.”