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CAMPUS HONDURAS, AGOSTO 2018

10Un nuovo gruppo di partecipanti, provenienti da tutta Italia, accompagnati da Rachele e Marta è al Rancho Santa Fe, la Casa NPH in Honduras!

9 agosto

“Stamattina ci siamo nuovamente divisi nelle varie attività: in tortilleria con Doña Gloria, a fare il formaggio, in cucina a sbucciare platani e fare il pane, nella fattoria a dare da mangiare alle mucche e tutti gli altri nell’orto, dove c’è sempre moltissimo bisogno, a strappare erbacce. A pomeriggio tutto il gruppo è andato prima dalle studentesse del salone di bellezza e poi a giocare con i bambini. Qualcuno è anche andato a trascorrere un po’ di tempo chiacchierando e disegnando con i nonni di Casa Eva, un momento molto dolce e speciale!Stasera ci siamo seduti con loro a cena, ma abbiamo deciso di mangiare poi a casa: spaghetti al pomodoro! Buonissima cena italiana che ci siamo regalati!”

8 agosto

“Oggi la metà del gruppo che lunedì era rimasta al Rancho Santa Fe è andata a Tegucigalpa, mentre chi era andato in gita è rimasto qui per dedicarsi alle attività del Rancho e ai pequeños.

PRIMO GRUPPO: Chi è stato in tortilleria ha potuto sentire la storia di Doña Gloria, che da anni cucina migliaia di tortillas per tutti i pequeños e che ha raccontato che ogni giorno viene da casa sua a piedi (e torna anche a piedi), mettendoci un’ora a tratta. Una donna veramente ammirevole e dedicata.

E poi c’è chi si è divertito moltissimo a fare il formaggio; chi ha aperto centinaia di uova e pulito i fagioli, buttando quelli brutti e i sassolini residui. Infine c’è chi è andato in fattoria, dove oltre alle solite mansioni hanno anche aiutato a segnare alcune indicazioni date dal veterinario, oggi in visita al Rancho.

A pranzo oggi abbiamo deciso di recarci alla pozza, un luogo dove i pequeños a volte fanno il bagno, molto bello e suggestivo, infatti spesso si recano lì anche solo per giocare e godersi il luogo. Dopo, parte del gruppo è andata a giocare con i bambini.

Infine, la sera abbiamo cenato con i piccolini. Dopo un paio d’ore, si è riunita a noi l’altra metà del gruppo.

SECONDO GRUPPO: il secondo gruppo è andato a Tegucigalpa accompagnati da Maria, una ragazza che é cresciuta nella Casa NPH e che oggi si occupa di coordinare tutte le visite al Rancho.

Prima tappa: Pasos Pequeñitos, asilo che é stato aperto 12 anni fa da una ragazza francese che per tantissimi anni é stata volontaria nella Casa NPH in Honduras.
Il programma pasos pequeñitos è nato per dare la possibilita alle giovani mamme single di far accudire i propri figli e allo stesso tempo continuare a studiare o a lavorare. L’asilo oggi ospita 18 bimbi che vanno dai 2 ai 9 anni. I più piccoli arrivano la mattina presto e fanno colazione mentre quelli più grandi arrivano subito dopo la scuola, pranzano e fanno i compiti.
Abbiamo deciso di fare loro una sorpresa e ci siamo presentati con palloncini, bolle di sapone e una grandissima torta al cioccolato.

Seconda tappa: Basilica de Suyapa
Abbiamo fatto una breve sosta alla Basilica piu grande di Tegucigalpa che si erige su una collina proprio nel centro della capitale.

Terza tappa: Casa Angeles
poco distante dalla Basilica si trova casa Angeles. Aperta nel 1989 Casa Angeles oggi ospita 18ragazzi disabili dai 2 ai 30 anni. Le Tias si prendono cura di loro 24 ore su 24 e oggi ci hanno aperto le porte per una visita “speciale”. Abbiamo giocato a lungo con loro, mangiato la torta e aiutato le Tias e dare loro la cena.

Quarta e ultima tappa: Casa del Bachillerato. Dopo aver salutato i ragazzi di Casa Angeles siamo andati a comprare le pizze per noi e per tutte le 18 ragazze che vivono nella Casa del Bachillerato. le ragazze frequentano gli ultimi due anni di liceo e vivono con un Tia. Erano tutte felicissime di vederci, ci hanno mostrato tutta la Casa in cui vivono, le loro stanze, il cortile e l’ultima arrivata: Zara, un cagnolini di soli due mesi.

E’ stata una giornata lunghissima ma si torna al Rancho con il cuore più grande ripensando a tutti questi piccoli “angeli”:)”

7 agosto

“Oggi tutto il gruppo si è diretto alle varie postazioni di lavoro: in tortilleria, a fare il formaggio, in cucina a fare il pane e pulire fagioli, alla fattoria a pulire i maialini e ripulire e rifornire le mangiatoie, nell’orto. Moltissimi dei terreni circostanti alla zona principale sono adibiti a coltivazioni di vario genere. Quindi il gruppo assegnato all’orto è stato diviso in gruppi minori: strappare erbacce e a pulire lattughe, seminare il mais con tanto di concime e fertilizzanti annessi.

Queste giornate di lavoro hanno lo scopo di aiutare lo staff di NPH a smaltire il lavoro quotidiano, ma anche ad aiutarci a capire la fatica e talvolta la frustrazione di alcuni lavori, fondamentali per la vita del Rancho. Serve ad apprezzare ancora di più la dedizione e la pazienza di queste persone fantastiche che giorno dopo giorno rendono possibile e solida la quotidianità dei pequeños.

Abbiamo poi pranzato con i ragazzi che studiano ai laboratori professionali. Dopo pranzo, alcune ragazze sono andate a farsi fare acconciature e manicure dalle ragazze che studiano al salone di bellezza. Altri hanno fatto un giro per gli altri laboratori.

Oggi è il compleanno di Matteo, piccolo partecipante al Campus che ha compiuto 12 anni, quindi stamattina sua mamma ha preparato due bellissime torte al cioccolato. Dopo che tutti sono tornati dal salone di bellezza quindi abbiamo fatto una festa a sorpresa per Matteo, con torte, candeline, palloncini è un regalino da scartare. Un momento di condivisione nel gruppo molto carino!

A questo punto era quasi ora di cena, fatta con le ragazze più grandi, molto carine e socievoli.”

6 agosto

Oggi una parte del gruppo è andata in gita a Tegucigalpa e un’altra è rimasta al Rancho. 

Io (Rachele) sono andata con il gruppo partito per la capitale; come prima cosa ci siamo fermati a fare la spesa e a comprare qualche pianta che sarebbe servita in seguito. Ci siamo poi fermati al volo all’aeroporto a prendere  l’ultima partecipante membro del nostro gruppo ad averci raggiunto, e tutti insieme ci siamo recati a visitare la struttura di Pasos Pequeñitos, un asilo fondato 12 anni fa con lo scopo di aiutare madri single.

Questo aiuto arriva in vari modi: innanzitutto l’asilo è aperto quasi 12 ore ogni giorno, cosa che non succede negli altri asili, né privati né governativi. Altri aiuti importanti sono i pasti, infatti ai bambini vengono serviti colazione, pranzo e una piccola merenda. Questo permette di alleggerire notevolmente i costi per le madri. I bambini sono abituati fin da piccoli a comportarsi bene, a non avere un linguaggio scurrile, li si aiuta a fare i compiti, imparano a capire che crescendo diventano un esempio per i più piccoli e sono quindi responsabilizzati. Il risultato di questi sforzi è che le madri hanno più tempo, meno spese e preoccupazioni, soprattutto si liberano dalla paura che i figli possano iniziare a frequentare brutte compagnie. Questo spazio è gestito da signore che magari non sono laureate, ma come le tias sono figure di riferimento che con l’esempio fungono da guida. E da una serie di professioniste di NPH che supervisionano alcune fasi. Tutto questo ha lo scopo di incoraggiare queste madri a cercare un empowerment personale. Sono moltissime quelle che, negli anni in cui i figli erano accolti all’asilo, si sono diplomate o addirittura hanno iniziato l’università, diventando a loro volta esempi per i loro figli.

Dopo una rapida visita alla Basilica de la Suyapa (matrona dell’Honduras) siamo arrivati a Casa De Los Angeles. Si tratta di una struttura NPH pensata appositamente per i ragazzi con gravissime disabilità, che hanno la necessità di rimanere a breve distanza dall’ospedale. Questi ragazzi possono essere anagraficamente anche molto più grandi degli altri, ma la loro età mentale spesso è paragonabile a quella di bambini più piccoli e inoltre le loro possibilità fuori della casa sarebbero nulle. Dunque l’età va dai 2 anni e mezzo della più piccola ai 30 della più grande.

Ci siamo divisi in gruppi: alcuni si sono messi a strappare erbacce, altri ad interrare le nuove piante, piegare il bucato, lavare a mano le divise, aiutare i bambini a cambiarsi. A mano a mano che ci siamo dedicati alle varie attività però, abbiamo anche iniziato a conoscere i bambini e a giocare con loro. In questo ci ha aiutato molto Kenia, la responsabile della casa, che ci ha detto di non temere di fargli male e di parlare con loro come faremmo con i bambini, a cui magari bisogna spiegare diversamente le cose ma che comunque hanno la capacità di capirle, ed è sempre un approccio che vale la pena avere. Così dopo i lavori abbiamo iniziato a fare bolle di sapone e figure e animaletti con i palloncini, il tutto a ritmo di musica. È stata un’esperienza sicuramente molto molto intensa, che fa riflettere e avvicina al senso più profondo della parola volontariato.

Dopo averli salutati, ci siamo diretti alla casa dei ragazzi del bachillerato (cioè gli ultimi due anni di liceo) per mangiare la pizza con loro. È stato molto carino. Abbiamo chiacchierato, guardato un po’ di tv e giocato a Ping pong. Dopodiché stanchi ma felici, siamo tornati al Rancho pieni di nuove emozioni nel cuore.”

Io (Marta) e il gruppo rimasto al Rancho abbiamo seguito in prima persona i lavori che vengono svolti tutti i giorni dal personale della Casa NPH offrendo il nostro aiuto. Ci siamo divisi in quattro sottogruppi, chi è andato a lavorare nella “granja” (ossia la fattoria, dove vi lavorano più di una ventina di persone) ha pulito i box dei muli, dei vitelli e delle mucche, che producono il latte consumato nella Casa e usato poi anche per produrre formaggio e burro, ha steso segatura fresca, svuotato carriole e carriole di letame in un campo in cui viene sfruttato come concime, lavato i maialini e dato da mangiare alle mucche, mettendo il fieno nella mangiatoia. Chi ha concimato i terreni dove vi sono coltivazioni di pomodori e ceci.  Chi è andato in cucina, chi ha aiutato a trasportare la legna che serve per i forni e infornato 11 teglie contenenti 35 pagnotte ciascuna, aiutati da Cesar, un ragazzo timido ma molto disponibile che sta facendo l’anno di servizio e che ci ha fatto assaggiare il pane appena sfornato. Una prelibatezza!

C’è chi è andato in tortilleria con Doña Gloria, che da anni cuoce centinaia di tortillas ogni giorno per tutti i pequeños, per tirare e cuocere nuove tortillas. L’unico consiglio che Doña Gloria ha dato è stato “hacerlo con amor”

Infine, c’è chi ha aiutato Carlos a fare il formaggio.

Tutto ciò ha permesso ai ragazzi di iniziare a scoprire tutto il lavoro e le vite che girano intorno e permettono la vita di questi ragazzi dentro la Casa. E di entrare in contatto con i ragazzi che stanno prestando l’anno di servizio. Si tratta di un anno di restituzione che tutti i ragazzi accolti prestano al termine del liceo, per fare esperienza ma anche per aiutare NPH, che li ha aiutati nella loro vita.

Abbiamo poi pranzato con i ragazzi dei “talleres” ossia i laboratori. I ragazzi, oltre ad andare a scuola frequentano i laboratori professionali una /due volte alla settimana a partire dal settimo grado di scuola ossia a partire dai 15 anni.

Nel pomeriggio siamo stati con i bambini più piccoli di Casa Suyapa e Casa Madre Teresa.
E’ stato un momento emozionante, grazie anche a tutti i sorrisi che i pequenos ci hanno regalato.

Per la cena invece siamo andati a trovare per la prima volta i ragazzi piu grandi

La giornata si è conclusa con giochi e racconti, ma questa volta il nostro ultimo pensiero prima di andare a dormire è andato ai pequeños più grandi :).

5 agosto

“Oggi è il “día de visitas”, ossia quel giorno che capita quattro volte all’anno in cui i parenti possono venire a trovare i pequeños. Questo perché molti hanno nonni, zii, cugini, fratelli maggiori, famiglie amorevoli. Che però per vari motivi non sono in grado di tenerli a vivere con loro, ma non mancano di venire a trovarli in queste occasioni.

Purtroppo però, non tutti ricevono visite.Quindi noi oggi siamo andati in gita fuori dal Rancho con questi pequeños, per distrarli e regalare anche a loro una giornata speciale. Siamo andati in un ristorante con piscina sul fiume, dove parte del gruppo è rimasta a sguazzare tutta la mattina, uscendo solo per fare rifornimento di pop corn e mangiare l’hot dog di spuntino. Dei rimanenti, c’era chi giocava con i bambini, chi chiacchierava con i più grandi, chi coccolava le più piccole.

Dopo pranzo, siamo rimasti lì a rilassarci ancora un po’. A un certo punto i volontari che stanno qui 13 mesi hanno organizzato il gioco della pignatta, sia per le ragazze che per i ragazzi, ricolmo di caramelle. È stato un momento molto divertente e carico di aspettativa per i ragazzi, a cui è seguita la distribuzione della torta, altrettanto desiderata!

Con noi c’erano anche i ragazzi con forti disabilità di Casa de Los Angeles, venuti per l’occasione da Tegucigalpa grazie agli sforzi congiunti di molti. Di chi lavora con loro tutti i giorni che si è prestato a due ore di macchina per permettere a questi ragazzi di essere parte di questa giornata, dei volontari che li hanno portati in braccio dalla strada fino alla piscina e ritorno, e infine anche della componente maschile del nostro gruppo, che si è offerta di fare due ore di macchina per accompagnare questi ragazzi fino a casa loro a Tegucigalpa, per aiutare le donne a portarli giù dal bus fino dentro in casa.

Tornati al Rancho, eravamo tutti un po’ stanchi, quindi siamo rimasti a rilassarci un’oretta prima di andare a cena, che si è rivelata una cola-cena a base di latte e panino dolce. Probabilmente per far rilassare tutti dopo una giornata così intensa.”

 

 

4 agosto

“Oggi ci siamo cimentati nel tagliare il prato con il machete (attività che qui i bambini sono in grado di fare con una tecnica molto efficace sin da piccolissimi). Questi strumenti non sono affilati, quindi è tutta una questione, appunto, di tecnica. Per questo motivo i pequeños ridono sempre molto quando ci proviamo noi, perché i risultati sono veramente miseri.

Dopo questa divertente parentesi siamo andati verso gli altri gruppi per vedere come potevamo renderci utili e così siamo incappati nei più piccoli, in coda per farsi tagliare le unghie e pulire bene le orecchie. Così abbiamo giocato con loro tutta la mattina per intrattenerli finché non arrivava il loro turno e una volta terminato.

Dopo pranzo, siamo venuti a casa come al solito per la siesta, che oggi è stata più lunga per avere il tempo di lavarsi bene e farsi belli in vista della messa, a cui tutti si presentano con i vestiti più belli. Nel tardo pomeriggio ci siamo dunque recati a messa anche noi tutti in ghingheri. È un momento magico da vivere al Rancho. La messa è cantata è accompagnata da tamburi e altri strumenti musicali. Vivace e sentita, libera le emozioni e non è raro che sia emozionante per chi, come noi, non è abituato a cerimonie così interattive e coinvolgenti. Il prete conosce tutti i pequeños per nome, e fa tante domande nel corso della predica, a cui risponde spontaneamente una volta uno, una volta un’altro. Come fanno a scuola i professori durante le spiegazioni, quando pongono domande per stimolare la riflessione e il dialogo nella classe. Un altro momento molto bello è la comunione, quando anche i bambini più piccoli si mettono in coda per ricevere la comunione, e arrivati davanti ricevono una benedizione sul capo dal prete, un gesto molto dolce che li fa tornare a sedere felici.

Terminata la cerimonia, è scoppiato un temporale. Quindi siamo corsi tutti a casa, ci siamo cambiati e siamo corsi in cucina a prendere da mangiare, perché era già ora di cena. La pioggia ci dà occasione di passare una serata tra noi, chi chiacchierando, chi giocando ad accanite partite di UNO e Lupus.”

 

3 agosto

Oggi abbiamo iniziato la giornata andando alla scoperta del Rancho Santa Fè. Si tratta di una delle case più grandi come vastità di terreno, dal momento che comprende vari ettari di bosco tra le montagne. Un posto incantevole.

Abbiamo iniziato passando da Casa Eva, una casa molto particolare che è un unicum del Rancho, ossia dove vivono gli abueli (cioè i nonni). Non sono veramente i nonni dei bambini, ma persone anziane o con malattie come demenza le cui famiglie non hanno la possibilità o non vivono nelle condizioni di poterli tenere con sé. Così sono arrivati a NPH, rendendola una famiglia ancora più completa.

Ci siamo poi diretti verso gli uffici gestionali (ufficio padrini, progetti, contabilità e altri), la farmacia e la nuova clinica appena costruita, riservata ai ragazzi della casa, mentre quella già esistente sarà presto riservata unicamente agli abitanti dei paesi circostanti, per cercare di dare un’assistenza sanitaria anche a chi non può permettersi di pagarla. Solo lo scorso anno sono state eseguite più di 1.000 operazioni chirurgiche. C’è anche un’altra clinica per chi ha raffreddore, febbre o mali minori, che è anche il posto in cui sono alloggiati i nuovi arrivati della famiglia NPH a cui, come primo passo prima dell’inserimento con gli altri, viene fatto un check-up completo per conoscere eventuali malattie, verificare lo stato fisico e in generale cercare di capire la storia medica dei bambini.

Il giro prosegue a Talita Kumi, la zona in cui dormono le ragazze. Fino all’anno scorso erano divise per fasce d’età (10-14;14-18; ecc). Adesso invece le case sono state rivoluzionate al loro interno: ognuna ha varie camere, dove dormono ragazze di età diverse come succede tra fratelli in tutte le famiglie. Hanno un salotto e una sala da pranzo, e ognuna è stata munita di frigorifero e televisione, per cercare di avvicinarle sempre più alle case come noi tutti le intendiamo. Una grande fortuna che NPH offre a questi ragazzi, a differenza della realtà di moltissime famiglie del paese.

Da qui siamo passati dalla tortilleria, dove Doña Gloria in 30 anni di lavoro ha fatto più di 8 milioni di tortillas!! Proprio per questo, quando è stata costruita la cucina lì accanto, è stata affissa una targa per rendere onore a questa donna incredibile.  Anche chi lavora in cucina fa un lavoro che richiede grandissima dedizione, per un impegno che va dalle 4 di mattina fino alle 7 di sera, preparando tre pasti al giorno per circa 600 persone durante la settimana, 400 nel weekend.

Dopo essere passati dalla fattoria e aver visto i campi coltivati, siamo andati a vedere le aule in cui i ragazzi che nella loro vita fuori dalla casa non hanno avuto modo di andare a scuola fanno dei corsi raggiungere il livello della classe regolare in cui saranno inseriti. E accanto abbiamo visto i laboratori professionali dove i ragazzi possono imparare falegnameria, sartoria, carpenteria, a fare le scarpe, il salone di bellezza e quello per diventare elettricisti.

Da lì è seguito il centro per congressi medici, dove sono accolte brigate di chirurghi (soprattutto da Canada e USA) che tengono qui conferenze di formazione e prestano gratuitamente la loro abilità in operazioni che li occupano diverse ore al giorno. Abbiamo proseguito e siamo arrivati al Buen Pastor, la zona dove sono alloggiati i maschi, secondo lo stesso approccio applicato dalle ragazze. Siamo poi passati dalle serre e dalla chiesa. Abbiamo visto la casa dei volontari e le abitazioni di alcune delle persone che lavorano qui, uno staff impressionante.

Stanchi ma con le idee un po’ più chiare, siamo tornati a casa prima di andare a pranzo. Dopo la siesta una parte del gruppo è andata a fare una camminata con i bambini, l’altra è rimasta al campo da basket a giocare con i più piccoli. A quel punto era già ora di cena, che abbiamo fatto con i piccoli fino a nove anni al campo da basket, dove si cena seduti per terra a gambe incrociate.