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CAMPUS IN CALABRIA, LUGLIO 2018

E’ partito il Campus in Calabria presso la Comunità per minori Pathos di GOEL – Gruppo Cooperativo. Il giovanissimo gruppo, i “Pionieri”,  di 9 partecipanti provenienti da tutta Italia è accompagnato da Chiara, coordinatrice dei Campus della Fondazione Francesca Rava.

Ecco i racconti di Chiara:

RIENTRO…PENSIERI E SENSAZIONI DEL PRIMO CAMPUS IN ITALIA

Durante  i campus mi ritrovo spesso ad osservare quello che accade attorno a me, seguendo le dinamiche che vanno creandosi tra le persone, le sinergie che nascono dai rapporti, i gesti, gli sguardi di intesa, i sorrisi e le complicità che si formano.

Ci sono volte che mentre faccio questo mi sento come se stessi assistendo ad uno spettacolo di  magia durante il quale tanti pezzi inizialmente sconclusionati danno origine alla fine ad una  sorpresa meravigliosa ed inaspettata.

Guardando al campus in Calabria capisco che questa volta la magia ha creato il più magnifico e imprevedibile dei risultati: la nascita di una grande famiglia.

Le paure iniziali di quello che sarebbe potuto essere il primo campus in Italia sono andate giorno dopo giorno allontanandosi fino a scomparire del tutto, lavate via dalle lacrime dell’ultima sera. Lacrime di chi sa che ha preso parte e contribuito alla creazione di  un qualche cosa di straordinario e che per questo non vuole separarsene.

Abbiamo visto ragazzi chiusi e riservati aprire i loro cuori, mettersi in gioco, dare tutto loro stessi e prendersi tutto ciò che di più bello e vero questa nuova esperienza poteva portare loro. Che bello per me vederli  insieme, “Pionieri” e ragazzi di Pathos, mentre ridono, scherzano, si prendono in giro, si aprono e crescono imparando gli uni dagli altri: “è stato come ci conoscessimo da sempre”, mi ha scritto un ragazzo quando siamo partiti.

Bambini pieni di ansie e paure hanno invece superato alcuni dei loro limiti appena hanno iniziato a capire che potevano fidarsi di noi (penso ad esempio alle prime giornate al mare dove Fabio e Salvo quasi non volevano entrare in acqua e li rivedo l’ultimo giorno quando aggrappati a noi urlavano entusiasti alle educatrici per mostrar quanto si erano spinti a largo.  Poi c’è il dolce Danilo che ci riempie di orgoglio quando decide di montare in sella a un cavallo, lui che scappava impaurito  anche dalla sua stessa ombra).

Mi entusiasmo a sapere che le 2 realtà di GOEL, Pathos e Arca della Salvezza, abbiano rafforzato il loro legame decidendo di organizzare anche in futuro momenti di condivisione e tempo insieme.   “Vorremmo andare a fare volontariato con i bambini della comunità di Arca della Salvezza” hanno detto i ragazzi della cooperativa sociale Pathos alle loro educatrici.

Sapere di avere in qualche modo lasciato un segno ci rende  felici e ci aiuta a superare con più facilità la tristezza del ritorno

Ancora una volta da queste esperienze mi porto a casa il più grande insegnamento: la felicità e la bellezza della vita risiedono nel creare relazioni umane vere e sincere, nelle quali lo sguardo delle persone è rivolto l’uno all’altro e i passi seguono tutti la stessa direzione.

 

Sono grata a GOEL per averci fatto vivere tutto questo. A Vincenzo, il Presidente, per il suo lavoro costante, il suo immpegno e per averci dedicato tempo raccontandoci dell’incredibile realtà di questa Cooperativa.

A Michele, Patrizia, Valentina, Sabrina, Maria, Angelica, Giuliana, Adele, Geri, Annalisa, Abdullay, Rosy, Gerardo e a tutti gli educatori ed opertaori per l’amore che mettono nel loro lavoro e per averci accolti con tanta generosità.

Grazie grazie grazie ai ragazzi di Pathos, ai bambini di Arca della Salvezza e ai minori dello SPRAR gestito dalla cooperativa sociale Pathos del Gruppo GOEL per ogni momento condiviso e per tutto quello che ci avete dato aprendovi a noi.

Grazie a voi, miei “Pionieri”, per essere stati in grado con la vostra semplicità di diventare dei veri conquistatori  di cuori. Siete eccezionali!

Grazie come sempre alla Fondazione che ha creduto in questo campus permettendo che tutto questo prendesse vita.

 

 

7 luglio

Questa mattina abbiamo visitato il maneggio vicino a Locri. Mi guardo intorno e il mio cuore sorride: dieci ragazzi dai 15 ai 35 anni di Milano, 6 bambini di cui il più grande di 10 anni, 3 ragazzi calabresi, 10 minorenni non accompagnati provenienti da Africa e Bangladesh (accolti nello SPRAR gestito dalla cooperativa sociale Pathos del Gruppo GOEL). Quanta diversità. Quanta allegria mentre facciamo il tifo ai “maschi della situazione” che si affrontano a braccio di ferro. Quanta bellezza nell’incitare chi decide di salire in sella al cavallo nonostante le proprie paure. Quanta perfezione mentre si ride durante i giochi...e quanta ammirazione quando, nel pomeriggio, un ragazzo di soli 23 anni ci racconta la sua storia di bambino di 14 anni che decide di attraversare un terzo di continente africano per giungere in Italia, scappando così da regole troppo rigide nelle quali non crede, per fuggire dalla paura, dalla morte, dalla guerra per arrivare ad essere oggi in Calabria, da Pathos, un mediatore linguistico.

Storie vere di ragazzi che devono lasciare tutto quello che hanno. Storie condivise anche se non pienamente comprese perché non si può comprendere l’inimmaginabile. Quanti insegnamenti anche oggi. In serata insieme ai tre ragazzi di Pathos, che ormai sono un tutt’uno con il gruppo, siamo tornati a mangiare da “A Lanterna”, l’azienda agricola ed agrituristica socia della cooperativa agricola sociale GOEL Bio.  Il gruppo ogni giorno di più si affina, la sintonia tra di noi e le differenze diventano motivo di risate e prese in giro piuttosto che di distacco. Peccato solo che l’esperienza stia per concludersi, preferiamo non pensarci!”

6 luglio

Eccoci alla fine di questa lunga giornata iniziata questa mattina in giro per Caulonia Superiore accompagnati da 3 ragazzi dello SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e due ragazze della scuola alternanza-lavoro che ci hanno accompagnato alla scoperta di questo paesino. Dopodiché pranzo e pomeriggio insieme ai bambini di Arca della Salvezza, tra giochi e pittura di magliette con colori ricavati dagli alimenti (giallo ottenuto con la curcuma, rosso con il succo di lampone, nero seppia!).
Dopo una rapida doccia (e un sonnellino per i più stanchi) tutti a cena da Amal, ottimo ristorante culturale gestito da GOEL Bio, la cooperativa delle aziende agricole che si oppongono alla ‘ndrangheta di GOEL.
Poi finalmente all’Ostello pronti per riposare ed essere carichi per domani!

4 luglio

Oggi lunga giornata dedicata soprattutto al piacere dei bambini. Siamo stati tutti, sia noi volontari che i ragazzi della Comunità per minori Pathos di GOEL – Gruppo Cooperativo, a visitare un parco preistorico e vedere i dinosauri. A seguire abbiamo fatto un ricco pic-nic (lasagne, carne fritta, anguria e crostata!), nel pomeriggio una breve visita al Museo della bellissima Certosa di San Bruno.
I bambini di qui sono felicissimi di averci con loro e di poter godere di tanta attenzione.”

 

 

3 luglio

Oggi abbiamo passato una lunga giornata al mare tra schiene ustionate, castelli di sabbia costruiti a metà, lezioni di nuoto dagli esiti incerti, pistole d’acqua, partite a briscola, tante chiacchiere, risate e un po’ di meritato riposo.

La mattinata è stato un bellissimo momento che abbiamo trascorso tutti insieme: pionieri, ragazzi della Comunità per minori Pathos di GOEL – Gruppo Cooperativo e i bambini di “Arca della salvezza”, una cooperativa sociale del Gruppo. Nel pomeriggio, invece, i piccoli sono rientrati mentre noi insieme ai ragazzi Comunità Pathos siamo andati da ‘A Lanterna, una splendida azienda agricola con agriturismo socia di GOEL Bio che, purtroppo, è stata presa di mira dalla ‘ndrangheta e in parte bruciata intenzionalmente. Grazie a GOEL e a quella che è stata definita “la festa della Ripartenza”, il 31 ottobre del 2015 sono state raccolte donazioni spontanee che hanno permesso all’impresa di non cedere alle minacce e di tornare a “vivere”. Abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare la testimonianza diretta della padrona che ci ha spiegato le difficoltà che si riscontrano a lavorare in queste zone, la paura dinanzi le minacce e lo sconforto nel vedersi bruciare davanti ai propri occhi tutto quello che hai costruito con fatica e sacrifici. Ci ha, però, anche raccontato di come manifestazioni spontanee di solidarietà abbiano dato loro la forza di iniziare da capo.

2 luglio

Nella prima giornata i ragazzi sono stati divisi in due: un gruppo con i bimbi delle case famiglia e uno con i ragazzi della comunità per i giovani.

È stata una giornata intensa per il caldo e per le attenzioni continue che i bimbi ricercano, spesso stuzzicandosi tra loro. Hanno bisogno di affetto, ti cercano, cercano un momento solo con te, una spinta sull’altalena, una mano che stringe la loro, un tuo sorriso.

Oggi, ancora di più, ho capito come le realtà della case NPH in America Latina nelle quali i bambini entrano come fossero accolti in una vera famiglia ma soprattutto dove stanno fino a quando non saranno grandi, laureati o in grado di lavorare, funzioni alla perfezione. In questo modo crescono nella sicurezza di avere una stabilità, di poter essere bambini, di giocare spensieratamente perché hanno una famiglia che pensa a loro, li protegge, li ama.

Allo stesso modo, abbiamo visto che anche i bimbi accolti nelle case famiglia italiane ricevono tantissimo amore ma per vari motivi (ad esempio il passaggio in un altro centro, in una famiglia affidataria o adottiva) purtroppo passano molto spesso poco tempo in un solo posto e questo crea in loro insicurezze, non permette di trovare stabilità ed equilibrio e di crescere apprendendo i valori e i doveri di una famiglia.

Sarà un grande insegnamento per tutti noi passare 10 giorni qui e speriamo di riuscire a regalare ogni giorno momenti di gioia e svago e affetto.


I ragazzi più grandi hanno già legato e sono già un gruppo molto unito. Hanno passato in spiaggia una bellissima giornata di condivisione. Realtà lontane e storie diverse alle spalle non hanno intralciato il naturale processo di amicizia.☺”