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CASA NPH HONDURAS, GIUGNO 2018

Il giovanissimo gruppo di 18 partecipanti provenienti da tutta Italia, accompagnati da Rachele, Laura e Riccardo è al Rancho Santa Fe, la Casa NPH in Honduras!

 

28 Giugno, visita a Valle De Angeles

Oggi giornata di scoperta dell’Honduras!! Il gruppo è andato a Valle De Angeles, paesino a un paio d’ore dal Rancho Santa Fe e che ha dato i natali a uno dei padri fondatori del paese.

Immerso nel verde, consiste di qualche via, con casette colorate su entrambi i lati dove si alternano negozi di artigianato e ristoranti.

Dopo qualche ora passata a girare liberamente per il paesino, molto sicuro, il gruppo ha pranzato insieme, sperimentando alcuni dei piatti tipici.

Ripartiti e arrivati nella Casa NPH giusto per la cena alle 18.00 e per passare un po’ di tempo con i bambini, sfruttando al massimo gli ultimi giorni!

27 Giugno, pizza per tutto il Rancho, oltre 500 persone!

I ragazzi la mattina sono andati in cucina e mentre alcuni preparavano la massa con l’impastatrice, altri oliavano le teglie e preparavano le pagnotte da lasciare a riposare, un lavoro che ha occupato tutta la mattina.

Il pomeriggio, subito dopo pranzo, il lavoro è ripreso: steso le pagnotte nelle teglie, tagliato il formaggio, il prosciutto e il salame piccante per condire tutte le pizze.

Dopo le infornate tutti nella Cancha (il campo da basket della Casa) per mangiare insieme: pequeños, partecipanti campus, personale NPH.

Poi giochi, chiacchiere, balli. La pizza è sempre un’ottima occasione per fare festa!!

        

 

          25 giugno, Casa de los Angeles e attività nel Rancho

Oggi, come venerdì scorso, il gruppo di ragazzi è stato diviso in due: chi venerdì era andato a salutare a Casa de los Angeles i ragazzi disabili è rimasto nel Rancho e viceversa.

Il gruppo partito per Tegucigalpa come prima cosa si è recato a fare la spesa, cambiare i dollari e piccole faccende pratiche necessarie. Ogni volta che si fa la spesa, si approfitta per comprare qualcosa che dia un piccolo aiuto alla casa: in questo caso frutta e verdura per i ragazzi disabili di Casa De Los Angeles. I ragazzi ha poi visitato la struttura di Pasos Pequeñitos, un asilo fondato 12 anni fa con lo scopo di aiutare madri single.

Questo aiuto arriva in vari modi: innanzitutto l’asilo è aperto quasi 12 ore ogni giorno, cosa che non succede negli altri asili, né privati né governativi. Altri aiuti importanti sono i pasti, infatti ai bambini vengono serviti colazione, pranzo e una piccola merenda.
Questo permette di alleggerire notevolmente i costi per le madri.
I bambini sono abituati fin da piccoli a comportarsi bene, a non avere un linguaggio scurrile, li si aiuta a fare i compiti, imparano a capire che crescendo diventano un esempio per i più piccoli e sono quindi responsabilizzati. Il risultato di questi sforzi è che le madri hanno più tempo, meno spese e preoccupazioni, soprattutto si liberano dalla paura che i figli possano iniziare a frequentare brutte compagnie. Questo spazio è gestito da signore che magari non sono laureate, ma come le tie sono figure di riferimento che con l’esempio fungono da guida.
E da una serie di professioniste di NPH che supervisionano alcune fasi. Tutto questo ha lo scopo di incoraggiare queste madri a cercare un empowerment personale. Sono moltissime quelle che, negli anni in cui i figli erano accolti all’asilo, si sono diplomate o addirittura hanno iniziato l’università, diventando a loro volta esempi per il loro figli.

Dopo una rapida visita alla Basilica de Suyapa (matrona dell’Honduras) e un pranzo veloce, il gruppo ha visitato Casa De Los Angeles dove hanno passato un po’ di tempo con i ragazzi, abbracciandoli, spingendoli sull’altalena e facendoli passeggiare spingendo le carrozzine.

Infine, cena a base di pizza con le ragazze del bachillerato, giochi a carte con loro e poi TV!

Nel Rancho, invece, le prime a svegliarsi sono state Margherita e Bianca che, un po’ assonnate, si sono dirette alla vicina fattoria per mungere le mucche con il prezioso aiuto di chi lavora qui. Un’esperienza divertente e nuova!

Eugenia e Maria hanno cotto, invece, sotto l’occhio attento di Doña Gloria che da 30 anni lo fa ogni giorno, centinaia di tortillas…!

In cucina Giacinta, Vittoria e Lorenzo hanno pulito e tagliato una montagna di carote e rotto centinaia (anche se sono sembrate migliaia!) di uova per la colazione dei pequeños del giorno dopo.

Al pomeriggio giochi e attività con i bambini e dopo la cena a base di budino al cioccolato e pane e marmellata ci siamo dedicati alla dolcissima attività del “duermame”, ovvero far addormentare con qualche carezza, abbraccio e canzoncina i bimbi più piccoli.

 

23 giugno, primo sabato al Rancho Santa Fe

Stamattina per i ragazzi c’erano due opzioni: guardare i mondiali di calcio con i pequeños o fare una passeggiata nelle montagne del Rancho fino al cimitero dove è sepolto chi per malattia o anzianità è venuto a mancare. Infatti, il Rancho Santa Fè ha una grande particolarità: Casa Eva, una casa dedicata a persone anziane o non così anziane ma con difficoltà motorie o malattie come demenza, non indipendenti. Sono i “nonni” del Rancho a tutti gli effetti ed è normale vedere bambini e ragazzi passare a salutarli, a guardare un po’ di televisione con loro o a fargli compagnia in altri modi.

Dopo pranzo, tutti i bambini si sono ritirati nelle loro case perché le ore che precedono la messa sono sempre dedicate a farsi belli, lavandosi e profumandosi, acconciando i capelli in bellissime trecce o pettinature, scegliendo e preparando con cura i vestiti.

Anche i ragazzi italiani si sono rimessi a nuovo, ma prima abbiamo festeggiato i 15 anni di Jorge, partecipante al Campus, con un’enorme e bellissima torta al cioccolato che in 20 minuti era finita.

La messa è stata, come sempre, molto toccante e sentita. Qui infatti i canti hanno ritmi latini, sono vivaci e allegri, cantati da tutti. Una particolarità di queste messe è anche che, durante la comunione, non è solo chi può riceverla a mettersi in coda – lo fanno anche i piccoli. Arrivano dal prete, che gli posa una mano sulla testa e li benedice. Un momento molto bello e toccante.

Dopo cena hanno organizzato tante prove diverse, dividendo i ragazzi in gruppi misti per genere ed età. Il tutto accompagnato da musica a tutto volume… In fondo è sabato sera!

22 giugno, visita a Casa del Los Angeles.

Proseguono i lavori al Rancho.

Oggi ci siamo divisi in due gruppi: uno è andato a Tegucigalpa con Laura e Riccardo, a conoscere i ragazzi con gravi disabilità che vivono a Casa Angeles, l’altro è rimasto al Rancho con Rachele.

A Casa de los Angeles Costanza, Eugenia, Margherita, Giacinta, Lorenzo, Maria, Vittoria e Licia sono stati accolti da Mateo, volontario francese, che dopo aver fatto sedere tutti in un prato ha spiegato come funziona questa oasi felice, che accoglie ragazzi e bambini gravemente disabili, spesso sia fiscihe che mentali …i due più grandi hanno 31 anni, il più piccolo 13, tutti assistiti amorevolmente da tias, volontari, cuoche e dalla strepitosa Kenia, direttrice della Casa.

Dopo aver giocato a palla con loro, i nostri ragazzi li hanno aiutati a mangiare imboccandoli con grande cura e pazienza.

Dopo il pranzo il gruppo si è spostato nella vicine casette del bachillerato dove vivono le ragazze più grandicelle che sono uscite dal Rancho e che hanno deciso di proseguire gli studi prima di entrare all’università. Subito i ragazzi si sono lanciati in lezioni di matematica e nell’intramontabile “gioco dell’impiccato” che ha messo tutti a dura prova con lo spagnolo.

Ecco la testimonianza di Giacinta, 14 anni, la più piccola partecipante al Campus:

“Ho scelto di fare questo campus con la Fondazione Francesca Rava perché volevo fare qualcosa di diverso, ero un po’ stanca dei soliti campus di sport o di lingua. Sono venuta a conoscenza di questo campus da una mia amica e ne ho parlato con i miei genitori. All’inizio erano un po’ titubanti, soprattutto mio papà perché diceva che ero troppo piccola (in effetti sono la più piccola del gruppo) e che non ero pronta ma alla fine mia mamma è riuscito a convincerlo.
Durante il tragitto dall’aeroporto al Rancho Santa Fe, mi guardavo intorno e mi sono accorta che la realtà in cui mi trovavo era totalmente diversa da quella che mi ero immaginata.
Nei momenti di gioco con bambini qui al Rancho ho capito che loro si accontentano di giocare solo con un palloncino e se li riesci a prendere.
Oggi siamo stati a Casa de los Angeles, dove sono accuditi i bambini e ragazzi gravemente disabili. Mi aspettavo solo dei bambini/ragazzi in sedia a rotelle, invece non era così; all’inizio sono statao un po’ in disparte perché era una realtà nuova e non molto ero preparata poi però mi sono sciolta e ho iniziato a giocare con loro.
Per concludere, la realtà in cui mi trovo mi piace ed é un modo per staccarsi dalle nostre solite abitudini.”

Al Rancho, invece, le prime a svegliarsi sono state Sonja, Giulia (Manzoni) e Lavinia. Si sono recate in fattoria per la mungitura e più tardi sono tornate lì ad aiutare negli altri lavori della fattoria.”

Valeria e Giulia (Maggi) sono finite a fare il formaggio, divertendosi molto! In cucina c’erano invece Jorge, Beatrice, Francesco e Diletta. Hanno pulito, tagliato montagne di platani, sbucciato aglio e poi sono arrivati ad aiutare nella stanza dove si produce il formaggio. È stato veramente molto divertente e istruttivo per tutti!

Il pomeriggio abbiamo giocato con i bambini, un po’ fuori un po’ in casa, sorpresi da un’acquazzone.

La sera ci siamo ritrovati tutti insieme in cucina e abbiamo condiviso impressioni, pensieri ed emozioni. È un passaggio molto importante e bello, che ci ha arricchiti e lasciato nuovi spunti di riflessione

21 giugno – Visita al Comedor Infantil a Talanga

Oggi i ragazzi hanno fatto la prima delle uscite in programma: una visita al Comedor Infantil di Talanga, una comunità molto povera che si trova a circa 30 minuti di macchina dal Rancho Santa Fè. Povera, con molti abitanti non istruiti, e un tasso altissimo di abbandono scolare. 

Qui i genitori non avendo studiato non comprendono la necessità e l’utilità della scuola. Di conseguenza neppure i loro figli. In Honduras la scuola dell’obbligo esiste e prevede che i ragazzi completino il percorso di studio fino al termine di quello che corrisponde alla nostra scuola superiore. Purtroppo non c’è controllo e nei fatti nessuno protesta se i ragazzi smettono di andare a scuola.

Così un’associazione locale ha deciso di aprire questo spazio per i bambini e ragazzi, dove vengono a fare attività e i compiti. Mentre sono lì, gli viene dato il pranzo e una merenda, alleggerendo così i costi delle famiglie e dando loro un buon motivo per mandare i figli a scuola. Per rimanere di anno in anno la condizione è essere promossi, per cui non basta frequentare, bisogna anche impegnarsi. Dopo 8 anni dall’apertura, iniziano a vedersi i primi diplomi, a incoraggiare il lavoro delle donne che portano avanti il progetto.

NPH li sostiene, nel tentativo di aiutare le comunità circostanti a migliorare e svilupparsi. A ottenere migliori possibilità. Con lo stesso spirito con cui li accolgono alla clinica gratuitamente. Come può capitare di aiutarsi tra vicini. Per questo il gruppo è andato al supermercato e ha fatto un po’ di spesa per loro. Poi ci siamo si sono recati al Comedor, hanno giocato e pranzato con i bambini, guardato i loro quaderni cercando di rinforzarli nello studio e parlato con queste donne incredibili.

NPH li aiuta anche in altri modi. Oggi per esempio è venuta la volontaria di un anno responsabile del progetto “chicas poderosas”, un progetto di empowerment femminile presente in tutte le case NPH che ha lo scopo di aiutare le ragazze a volersi bene e a scegliere per sé stesse più che una maternità precoce. Questa ragazza si reca lì qualche volta al mese a parlare con le ragazze della comunità per cercare di aiutare anche loro, come fa con le ragazze del Rancho. A questo proposito è molto importante per queste ragazze avere la possibilità di conoscere le ragazze del campus: coetanee che vogliono diventare medico, insegnante, avvocato, psicologo e molto altro.

Ritorno poi al Rancho per altre ore di gioco, questa volta con i bambini accolti qui.

20 Giugno – Iniziano i lavori

Oggi il gruppo ha iniziato a lavorare nelle workstations fianco a fianco con i dipendenti.

Divisi in sottogruppi, alle 6 del mattino il primo gruppo è andato ad aiutare nella mungitura delle mucche, che producono il latte consumato nella casa, usato poi anche per produrre alcuni tipi di formaggi, sempre consumati nel Rancho.

Altri hanno ripulito i box degli animali, steso segatura fresca, svuotato carriole e carriole di letame in un campo in cui viene sfruttato come concime, lavato i maialini e dato da mangiare alle mucche. Altri ancora hanno assistito le cuoche in cucina.

   

Ci sono oltre 100 tra mucche, tori e vitelli, che impegnano a tempo pieno più persone.

Con Doña Gloria invece Giulia e Lorenzo hanno imparato a far tortilla cuocendole sulla calda piastra. L’unico consiglio che Gloria ha dato loro è stato: “hacerlo con amor”, ossia “farlo con amore”.

Infine, gli ultimi ragazzi hanno lavorato  nella serra, smantellando con perizia le strutture di sostegno delle piante di pomodoro appena raccolte, in vista della nuova semina.


Dopo il meritato pranzo il gruppo ha ricevuto la visita di Reinhart, che ha aperto NPH Honduras insieme a Padre Wasson oltre 30 anni fa e che oggi è il Direttore di NPH International. Ha risposto a domande e curiosità, condiviso la storia di come ha avuto inizio questa casa: il Rancho è nato dal desiderio di Padre Wasson di accogliere i bambini rifugiati, orfani della guerra civile che aveva avuto luogo in più di un paese dell’America Centrale (proprio quei paesi in cui poi è andato ad aprire le case NPH)…

… e finalmente nel pomeriggio poi tutti insieme a correre e giocare con i pequenos!

19 GIUGNO – 18 GIOVANI PARTECIPANTI ARRIVANO NELLA CASA N.P.H. HONDURAS: RANCHO SANTA FE

Il giovanissimo gruppo di 18 partecipanti provenienti da tutta Italia, accompagnati da Rachele, Laura e Riccardo è arrivato al Rancho Santa Fe, la Casa NPH in Honduras!

Il primo giorno è stato dedicato alla conoscenza del Rancho, dove sono accolti oltre 500 pequeños, una delle strutture NPH più grandi come vastità di terreno, che comprende vari ettari di bosco tra le montagne. Ad accompagnare il gruppo Robert, visitor coordinator della Casa.

La visita è iniziata da Casa Suyapa e Casa Madre Teresa, le case dove sono accolti i bimbi più piccoli, da pochi mesi fino a 8-9 anni. Queste sono le uniche case in cui convivono maschi e femmine, proprio in funzione della loro giovane età. A seguire visita alla tortilleria, dove sono stati accolti da Doña Gloria, simpatica signora che in 30 anni di lavoro ha sfornato più di 8 milioni di tortillas. A lei è stata dedicata una targa apposta sulla cucina lì accanto, per renderle omaggio.

Robert ha spiegato al gruppo che anche chi lavora in cucina fa un lavoro che richiede grandissima dedizione, per un impegno che va dalle 4 di mattina fino alle 7 di sera, preparando tre pasti al giorno per circa 600 persone durante la settimana, 400 nel weekend.

Il pentolone con il mais per le tortillas

Il giro è proseguito per Casa Talita Kumi, in cui vivono le ragazze, fino all’anno scorso divise per fasce d’età. Adesso, invece, le case sono state rivoluzionate al loro interno: ognuna ha varie camere, dove dormono ragazze di età diverse come succede tra fratelli in tutte le famiglie. Hanno un salotto e una sala da pranzo, e ognuna è stata munita di frigorifero e televisione, per cercare di avvicinarle sempre più alle case come noi tutti le intendiamo. Una grande fortuna che NPH offre a questi ragazzi, a differenza della realtà di moltissime famiglie del paese.

Il gruppo ha poi visitato la nuova clinica medica aperta per le cure dei ragazzi accolti nella casa, mentre quella già esistente presso la Casa sarà presto riservata unicamente agli abitanti dei paesi circostanti, per cercare di dare un’assistenza sanitaria anche a chi non può permettersi di pagarla. Solo lo scorso anno sono state eseguite più di 1.000 operazioni chirurgiche.

Nella stessa zona della clinica di trova anche la “farmacia” e i vari uffici gestionali.

I partecipanti al Campus sono poi passati dai campi coltivati, dalle serre e dalla chiesa, fino al Buen Pastor, la zona dove sono alloggiati i maschi, secondo lo stesso approccio applicato dalle ragazze.

A seguire visita alla casa dei volontari e alle abitazioni di alcune delle persone che lavorano nel Rancho; poi il nuovo centro per congressi medici, dove sono accolte brigate di chirurghi che tengono conferenze di formazione e prestano gratuitamente la loro abilità in operazioni che li occupano diverse ore al giorno: a seguire i laboratori professionali dove i ragazzi possono imparare falegnameria, sartoria, carpenteria, a diventare elettricisti, a fare le scarpe e il salone di bellezza per future parrucchiere ed estetiste.

La nuova clinica medica

Infine la fattoria e l’infermeria, che è anche il posto in cui sono accolti e assistiti i nuovi arrivati nella famiglia NPH a cui, come primo passo prima dell’inserimento con gli altri, viene fatto un check-up completo per conoscere eventuali malattie, verificare lo stato fisico e in generale cercare di capire la storia medica dei bambini e una simpatica pozza d’acqua dove spesso i bambini e ragazzi fanno il bagno nelle calde giornate per divertirsi.

Una simpatica bambina assistita in infermeria per un raffreddore con una ragazza del Campus

Stanchi ma con le idee un po’ più chiare, il gruppo ha poi pranzato con gli studenti dei laboratori ed è stata l’occasione per incominciare a fare conoscenza con i ragazzi e le ragazze più grandi…e subito c’è chi è finito a farsi fare acconciature o manicure al salone di bellezza, chi a fare una partita a calcio e chi a giocare con i bambini, che nel frattempo sono tornati da scuola!

Per chiudere la giornata i ragazzi hanno cenato con i piccoli di Casa Suyapa (i ragazzi più grandicelli sono alle prese con gli esami) e poi quattro chiacchiere per scambiarsi le prime impressioni sul Campus.