È difficile trovare le parole per descrivere Haiti; per descrivere le condizioni disumane in cui vivono i suoi milioni di abitanti. Sporcizia, malattie, miseria, disoccupazione, noia, fame, sete, caldo, è la visione all’arrivo. L’odore è forte e perenne. Gli sguardi intensi. Le parole poche. Tanti cenni e sorrisi.
È difficile trovare le parole per descrive il lavoro di Padre Rick, dei suoi collaboratori e amici, della Fondazione Francesca Rava, di Mariavittoria, Maria Chiara, di tutti i donatori;
un lavoro costante, preciso, reale e decisivo.
N.P.H. salva e aiuta centinaia di bambini ogni anno, dando loro una casa, un’istruzione, cure mediche, amore e protezione. Ha costruito e gestisce ospedali, scuole, Case N.P.H. È alla continua ricerca di fondi e strumenti per aiutare e proteggere più gente possibile. È alla continua ricerca di volontari e ambasciatori da sensibilizzare e accogliere nella comunità.
È difficile spiegare l’incontro con i bambini, i loro sorrisi, il loro affetto, le mani che ti toccano, che ti intrecciano i capelli e sfiorano le guance, le braccia che ti stringono e avvolgono per non lasciarti più, le gambe che si incrociano per l’emozione, gli occhi felici. I ragazzi più grandi, nonostante l’imbarazzo dei primi incontri, ti accolgono e coccolano come un fratello o una sorella. Sono legami profondi e indescrivibili, che il tempo non controlla. Mi mancano ogni secondo, ogni minuto, ogni ora. Mi hanno insegnato più di quanto sperassi di imparare. Mi hanno dato più di quanto io abbia mai ricevuto. Mi hanno fatta sentire importante, utile, viva. Mi hanno amata senza freni e giudizi. Penso a loro costantemente.
È difficile spiegare la fatica, la fatica produttiva, soddisfacente. La fatica di aprire e tagliare centinaia di banane per preparare il barbecue a Kenscoff, la fatica di pulire un vecchio reparto dell’ospedale di Saint Luc o consegnare la pasta a Cité Soleil, lo slum più povero di Port au Prince; è difficile spiegare ma è una fatica arricchente e appagante.
È difficile spiegare il legame che si instaura con il gruppo, la naturalezza di un rapporto sincero e profondo, la complicità, la forza. Per sempre capiremo e condivideremo l’esperienza, emozioni e sensazioni. Siamo stati positivi e collaborativi, abbiamo cercato di dare il massimo e torniamo a casa soddisfatti e migliori.
È difficile spiegare il tempo, un tempo lungo e intenso, un tempo pieno; che al rientro sembra incolmabile.
Haiti è vita, morte, gioia, dolore, sconforto, speranza.
Haiti mi hai cambiato la vita. Torno presto!
Alla Fondazione Francesca Rava un grazie speciale.
- Alba, 19 anni, partecipante al Campus in Haiti