“Sono partito per il campus solidale della Fondazione Francesca Rava in Honduras spinto dal desiderio di vedere la bambina che avevo adottato a distanza qualche anno fa. Avevo voglia di conoscerla di persona, guardare i suoi occhi ed ascoltare la sua voce, dopo anni di lettere. Questo desiderio è stata l’occasione per fare un’esperienza unica e bellissima.
Ho conosciuto l’Honduras: un paese “ricco” da un punto di vista naturalistico ed umano ma molto povero economicamente. Lungo il percorso che ci ha portato alla nostra destinazione- il Rancho Santa Fe, la Casa NPH- abbiamo potuto vedere le difficoltà in cui si trova la società hondureña: persone che rovistano la spazzatura, tanti che vagano per strada, casette fatte di lamiera, prostituite, macchine e vecchi camion in un traffico disordinato.
Ho conosciuto il Rancho Santa Fe: sono rimasto colpito dalla sua grandezza, la mia idea iniziale era molto diversa. Il Rancho è un oasi dove tanti bambini e ragazzi trovano una famiglia in cui poter costruirsi un futuro. Tios e tias con animo paterno e materno aiutano questi bambini a maturare e, insieme agli insegnanti, ad imparare un mestiere. Dopo quello che abbiamo visto per strada è come se il cuore si fosse riaperto alla speranza.
Ho conosciuto le persone che lavorano nel Rancho. Non riesco a citare tutti perché le testimonianze che abbiamo ricevuto sono state tante. Tio Richard che ci ha spiegato come il legame tra i pequeños sia forte e duri negli anni. Il responsabile della fattoria che sta cercando con un’associazione di formare nuovi leader per cambiare il mondo dell’agricoltura onduregna. I volontari. I medici che lavorano nella clinica. Solo per fare qualche esempio.
Ho conosciuto Julieta*. L’incontro è stato intenso ed emozionante. Ho avuto modo di condividere tempo con lei e di conoscerla meglio. Capire meglio i suoi gusti, i suoi sogni e le sue paure.
Ho conosciuto i bambini e le bambine del Rancho: una scuola di vita, un’iniezione di energia ed adrenalina, un immersione nella gioia e nella semplicità dell’infanzia.
Ho conosciuto gli altri volontari: persone con storie diverse ed interessanti che in pochissimo tempo sono diventati una squadra affiatata.
Credo che un campus sia l’occasione per ritrovare la parte più vera di noi stessi e che forse spesso dimentichiamo. Le attività, gli incontri, il sorriso e gli occhi dei bambini ti rimettono in contatto con le cose essenziali della vita: l’amicizia, la condivisione, la solidarietà, l’affetto, la semplicità.
Grazie di cuore a tutti e grazie alle accompagnatrici della Fondazione”
Marco
*Il nome della bambina è stato cambiato per motivi di privacy
- Marco da Basilea, Campus NPH in Honduras