PARIMAI SIGNURI, che esperienza!
Sono qua, in aereo, che cerco di tirare le somme conclusive di questo campus, già dire campus mi sembra riduttivo. Non riesco a venire a capo di tale esperienza, è un qualcosa che, forse, devo ancora elaborare. Provo a scrivere e sorrido, sorrido a tutti i ricordi che ho e mi scende anche una lacrima, una è dire poco, si sa che sono una fontana.
Si era partiti con l’intenzione di un viaggio di volontariato, ma non credo si possa più definire così, alla sola parola mi viene ribrezzo.
In questa esperienza si è andati ben oltre il volontariato, è qualcosa di molto di più, difficile a definirsi se non la si vive e la si prova.
Si creano legami e si provano emozioni che raccontarle le fa sembrare quasi misere.
Non so neanche bene da dove iniziare a descrivere tale esperienza.
Partiamo dicendo che di aspettative non me ne ero create troppe, avevo solo voglia di lasciarmi trasportare dalle persone e dai vissuti che avrei incontrato. Così è stato, forse fin troppo.
Abbiamo incontrato realtà diverse, quelle di GOEL “Pathos” e “Arca della Salvezza” e lo Sprar.
Tutti, a modo loro, hanno saputo sconvolgervi trascinarci nei loro incubi dal nel viaggio nel venire in Italia, a genitori non sempre attenti, e nelle loro speranze, di un futuro fatto di sogni e paure.
Ci hanno fatto vivere la quotidianità con semplicità e amore, con persone che accanto li sostengono con un amore e un affetto che ti scalda il cuore, da fiducia sapere che persone così farebbero di tutto per loro.
Abbiamo visitato posti, paesaggi con il racconto di alcuni ragazzi che, in Italia da poco, parlano un itliano quasi perfetto, che raccontano delle chiese di Caulonia Superiore, imbarazzati e timidi dal vedere tanta gente ascoltarli.
Siamo andati a cavallo con bambini che, arrivando, avevano il terrore di salirci, e poi? E poi sono saliti la seconda volta. Così come i cavalli anche con il nuoto. Il primo giorno guardavano l’acqua, alcuni, a momenti neanche arrivavano fino alle ginocchia, ma l’ultimo giorno, grazie al legame che si era creato e alla fiducia che si era creato l’uno con l’altro sono arrivati a nuotare lontani, sempre accompagnati da ragazzi che hanno teso la mano e li hanno accompagnati nel loro ostacolo, quasi impossibile.
Abbiamo scoperto ragazzi che, il primo giorno, quando li abbiamo visti, erano seduti su un divano, a mani incrociate, con sguardo basso che speravano quasi che andassimo via a breve, che speravano che i 9 giorni fossero i più veloci della storia, alla fine erano solo 9, e noi intrusi che volevano intromettersi nella loro quotidianità e nelle loro vite senza nessun motivo. Piano a piano però le cose sono cambiate. I 9 tanto temuti giorni, sono passati si velocemente, troppo velocemente, non volevamo più staccarci, più andarcene. Il nono giorno è stato un tripudio di pianti, sorrisi e abbracci, con tutti, anche con chi, all’inizio, ti squadrava con gli occhi. Non avrei mai creduto che potesse rivelarsi un’esperienza di tale entità. Ancora oggi scrivo e vorrei essere lì, a ridere e riabbracciare tutti. Mi mancano.
Ma dobbiamo fare i conti con la nostra realtà, abbiamo vite diverse, che si sono incontrate, si sono intrecciate e che spero non si possano più lasciare. Ma è difficile, e al racconto di ciò si riapre il rubinetto che si era quasi chiuso.
Perché scrivo? Non lo so, ma voglio condividere la mia felicità e l’emozione che si prova dopo un’esperienza del genere. Tutti abbiamo bisogno di un po’ più di umanità, di ritornare a prendere contatto con la nostra terra e con le persone che la abitano, eleviamo i nostri standard, non guardando al di fuori di dove viviamo e di ciò che siamo ma rivalutando le possibilità e le opportunità che ci vengono offerte.
La vera ricchezza di ognuno di noi è conoscere persone, esperienze e vissuti, entrando in contatto e rendendoci conto che chi incontriamo sulle nostre strade, qualunque esse siano, ha sempre qualcosa da insegnarci e raccontarci. Nessuno è migliore di nessuno, ognuno ha qualcosa di speciale, più o meno affine alla nostra visione e ai nostri pensieri.
Ma se sono così contenta ed entusiasta di tale esperienza devo ringraziare i miei compagni di viaggio, chi più chi meno, siamo riusciti a creare un bel gruppo, a raccontarci e sostenerci nei momenti di più fragilità. Ognuno con esperienze diverse, con età diverse e con aspettative diverse, si cresce e si impara insieme, e so, che solo voi, potete capire quello che abbiamo vissuto e… “Beccate sta pagnottella Chiccoooo”!
Grazie per la sensibilità, per le esperienze e per i momenti vissuti.
Ma un grazie ancora più grande alla Fondazione Francesca Rava e, soprattutto, grazie Chiara, accompagnatrice di questo gruppo, per l’opportunità che hai dato a me è molti altri che hanno intrapreso questo viaggio. Grazie per la bella persona che sei, per avere sempre una bella parola per tutti e per stravolgerci di amore e passione in quello che fai. Grazie.
PARIMAI SIGNURI, che esperienza!
- Camilla, 23 anni